La stitichezza

La stitichezza.

Come nel post del nichel in cui ho spiegato come riconoscere una sua eventuale intolleranza dai segnali che manda il corpo (la postura tenderà a chiudersi verso destra), allo stesso modo si può riconoscere una problematica legata alla stipsi quando la postura tenderà dalla parte opposta, cioè a sinistra.

Da supini è facile intuirlo poiché il transito lento delle feci tende a “tirare il tronco”.

Avere una regolarità non significa “andare di corpo” solo se si assume:
-caffè
-caffè e sigaretta
-latte o yogurt
-alimenti contenenti glutine e peggio ancora il tanto di moda integrale.

Infatti il nostro corpo si comporta in maniera perfetta e ciò che non vuole lo espelle, in alcuni soggetti lo fa immediatamente (le 💩 in questo caso potranno essere poco formate) attraverso le fibre nervose vagali che collegano lo stomaco con l’intestino, pertanto quando assumiamo cibi che non sono adatti alla nostra flora batterica, è possibile un’immediata espulsione del materiale non tollerato e scambiarla con la regolarità.

Oggi sappiamo che una stitichezza può causare mal di schiena, oppure extrasistole poiché il colon trasverso è “cucito” sul diaframma e una stasi delle💩 può comprimere gli organi creando problematiche all’aia cardiaca con la sensazione che manchi il respiro, cosicché si possa anche pensare che la causa sia magari la poca attività fisica.

Gli intestini non sono tutti uguali, ad esempio un dolicocolon può creare un transito alterato con la sensazione di mancato svuotamento.

È importante raggiungere la sensazione di aver liberato completamente l’ultimo tratto dell’intestino e per questo è necessario lavorare con l’espirazione durante lo svuotamento, che si svolgerà con questa modalità:

scende il torace, verso metà di questa discesa inizieranno a contrarsi i retti dell’addome e l’ombelico rientra.

Si mantiene questa fase per quel che si può e poi si riprende aria dal torace.

Inoltre è fondamentale bere il giusto quantitativo di liquidi per la corretta motilità intestinale in associazione all’attività fisica, in quanto siamo nati per “fare”.

Si può imparare a capire se stessi iniziando ad ascoltare il proprio intestino poiché i batteri che ospitiamo sono il risultato dei nostri pensieri e delle nostre azioni.

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