Infiammazione dentale
Nella nostra casa quando non sappiamo dove mettere gli oggetti che non utilizziamo, li riponiamo nei “cassetti”.
Negli apparati e organi cavi del nostro corpo succede la stessa cosa, sia con le tossine che con le sostanze che vengono depositate per un riutilizzo futuro, pensiamo al grasso nell’addome, al colesterolo nei vasi o al materiale da espellere nell’intestino, al muco nelle vie aeree superiori, al cerume nel condotto uditivo, come pure per il tartaro a livello dentale/gengivale che se si presta bene attenzione si forma solo con alcuni cibi e altri no.
Idem per l’infiammazione gengivale e la paradontite, poiché il cavo orale è un frattale che riflette lo stato del nostro intestino.
Mio nonno mangiatore di pane e pasta a 45 anni perse quasi tutti i denti, poiché predisposto 🧬 ad avere il danno in questo distretto anatomico.
Anche mia madre intorno ai 45 anni stava avendo la stessa problematica, fino al cambiamento delle sue abitudini alimentari che hanno portato ben presto alla remissione dei sintomi.
NOI NON SIAMO LA NOSTRA GENETICA MA CIÒ CHE SCEGLIAMO DI ESSERE O DIVENTARE.
Se osserviamo attentamente, il pesce azzurro, le carni adatte al proprio gruppo sanguigno, le verdure verdi e le uova, non creano queste problematiche (a meno che non ci sia una specifica intolleranza ad un alimento in particolare).
Una goccia di olio essenziale (come la menta o il tea tree) sullo spazzolino, dopo l’utilizzo del filo interdentale, non lascerà depositi nei colletti dentali né di cibo né di batteri, sempre che non ci sia una infiammazione provocata da cibi nell’apparato digerente che vanno a ridurre le risorse immunitarie dell’organismo, facendo proliferare i microbi.
Se l’essere umano non viene indebolito da ciò che mangia e da ciò che pensa, avrà abbastanza forza di volontà per capire che ogni cosa che lo “addormenta” contiene in parte il seme del risveglio🔥
Gabriele Indice